L’architettura è diventata oggigiorno mediatizzata, consumistica e condivisa tra progettisti e pubblico da mode, movimenti e canoni artefatti. Se pericolosamente a rischio di diventare un prodotto di puro consumo, essa può, tuttavia, rinvenire all’interno dei propri meccanismi di produzione un territorio di ricerca e partecipazione. Questo libro prova a indagarlo senza immaginare ideali o princîpi posti al di fuori della sua fruizione diretta. I diversi testi qui inclusi tentano di immaginare un’architettura che riesce a smontare i clichés che i mass media e l’accademia le hanno imposto con una inedita ridefinizione dei suoi limiti ontologici secondo categorie assodate quali: costruzione, funzione, ambiente, carattere, luogo, autorialità, fruizione, condivisione.