Se nella prospettiva storica l’architettura viene ricondotta alle arti figurative, la sua prevalente specificità nel presente è riconosciuta essere soprattutto quella di dare forma a spazi fruibili che rispondano alle necessità dell’uomo. Il binomio forma e fruizione ha tuttavia messo in ombra la straordinaria capacità che l’architettura ha di produrre e generare immagini, nutrendosi a sua volta di altre immagini. Indagando l’architettura come luogo della produzione di immagini e di esperienze, il presente saggio evidenzia i suoi rapporti con l’arte, la fotografia, il cinema e i media concordemente con l’approccio transdisciplinare che caratterizza lo studio moderno della cultura visuale.