I due soggetti Ironia e Cedric Price sono la materia di questo testo, guidato da una lettura dei possibili rapporti che intercorrono tra progetto e distacco dalle cose. A scandire questo duello declinato in tre sketch intervengono le dinamiche e il lessico della scherma: ironia e architettura si incontrano, si pongono in una posizione di guardia reciproca, svelano il proprio armamentario, si lanciano in un affondo finale che non è una conclusione. La tensione che precede lo scatto e la concentrazione che prepara a una puntura precisa sono i terreni nei quali si affila la lama dell’ironia. Sul medesimo orizzonte si innesta una delle chiavi di lettura delle opere di Cedric Price: ci si può permettere oggi di essere ancora ironici? L’ironia in architettura è forse un lusso che non ci possiamo più concedere? Oppure l’ironia rimane e resiste come un modo di osservare la realtà, di interpretarla secondo visioni laterali e non schematiche? La capacità dell’ironia di guardare ai problemi ricollocandoli in un’ottica più ampia e analizzandone le risoluzioni meno attese potrebbe aiutare a mantenere la guardia alta, anche verso i tiri più mancini.