Il volume presenta diciasette case progettate dallo studio newyorkese MOS Architects. "La casa intesa come una piccola città rappresenta per i MOS un articolo di fede. I MOS pensano urbanisticamente attraverso la scala architettonica, nella convinzione che anche il più piccolo progetto residenziale parli a un’idea più ampia del collettivo. Ma l’idea della città non è tanto quella della metropoli densa e frammentata degli inizi del ventesimo secolo quanto quella della condizione di campo disperso manifestatasi fra la fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo: più Los Angeles che New York o Berlino. I MOS lavorano con un vocabolario di forme elementari, assemblate in modo apparentemente indifferente, operano con forme e tecniche conosciute ma dispiegano quelle forme e tecniche in modi inaspettati. Questo conferisce al loro lavoro rilevanza e presenza nel mondo, e una vita al di là della disciplina (dall'introduzione di Stan Allen).