Giorni come stanze è un libro intimo, scritto in prima persona, per raccogliere riflessioni e condividere pensieri, dopo la fine del lockdown. Come è cambiata la nostra relazione con lo spazio privato e con quello pubblico? In che modo possiamo delineare nuove trasformazioni, personali e collettive, con il contributo delle arti visive? Il libro legge i luoghi che abitiamo come fossero estensioni dei nostri corpi. Un esercizio di libertà, in cui pensieri anche apparentemente dissonanti possano convivere uno accanto all’altro. Alle riflessioni scritte si associano, come dialoghi visivi, le sequenze fotografiche di alcuni dei più interessanti autori italiani: Gaia Cambiaggi, Alessandro Imbriaco, Allegra Martin, Antonio Ottomanelli, Anna Positano, Filippo Romano, Giovanna Silva, Delfino Sisto Legnani, mentre il progetto grafico è dello Studio Folder. Scrive Christian Caliandro nella postfazione, “Passo dopo passo, passeggiata dopo passeggiata, lo spazio del quartiere e della città, lo spazio pubblico si trasforma... Strade e piazze vengono così esplorate, prima quasi furtivamente poi in modo sempre più esteso e intensivo, dopo l’esperienza dell’inimmaginabile.”