Il volume propone una riflessione la cui chiave di volta è costituita da una esperienza diretta di immersione, studio e interpretazione critica di un paesaggio generato da una infrastruttura idraulica storica, di valore conclamato, come il Naviglio Grande milanese. Si esplorano le modalità per descrivere la complessità e il grado di umanizzazione di un paesaggio squisitamente ‘inventato’, approfondendo il nesso che lega una materia sfuggevole come l’acqua, al carattere dell’infrastruttura da cui dipende la sua forma. Ciò conduce alla scoperta di un vasto campo di ‘possibilità’ che la sostanza liquida può rappresentare come componente in grado di stabilire relazioni, caratterizzare i luoghi, suscitare emozioni e dar senso a ‘nuovi paesaggi’. Un libro, riccamente illustrato da mappe, sezioni e fotografie, dimostrativo delle modalità di costruzione e di impiego critico di queste forme della rappresentazione. Un testo che si indirizza a una pluralità di lettori: da chi si occupa di paesaggio, a chi è deputato alla sua gestione, alla comunità accademica e agli studenti di architettura, a cui viene offerta un’occasione di riflessione originale sul tema del paesaggio.