Negli ultimi quindici anni l’onda decostruzionista ha reso l’architettura più popolare, ma allo stesso tempo ha prodotto una degenerazione del linguaggio che pare essere irreversibile. Siamo stati spettatori ed artefici di una totale dissoluzione dei codici fondamentali della nostra disciplina. I nuovi edifici proliferano nel mondo globalizzato senza alcun limite figurativo, mentre il passaggio dalla geometria tradizionale alla nomografia ha aperto nuovi orizzonti. Se è vero che noi abbiamo perso il controllo di quello che disegniamo, ha ancora senso parlare di forma? Questo libro è una riflessione intorno al significato di questo termine, alla sua relazione con il concetto di corpo fisico dell’architettura, tra contenuto ed obiettivo, e sul suo ruolo all’interno del perimetro del nostro mestiere.