Questo libro documenta gli effetti del processo di sviluppo industriale minerario sul paesaggio della Sardegna, in un contesto in cui la difficile dialettica tra tradizione e modernità ha lasciato un sistema di vuoti della dismissione, di territori abbandonati, di archeologie minerarie. Il paesaggio industriale della Sardegna si è connotato per lungo tempo, infatti, come un paesaggio di miniere, un sistema antico che si consolida con un ruolo egemone nell’Ottocento e nel primo Novecento, secoli di grandi investi¬menti privati e di enormi cantieri territoriali. Ciò che rimane di questa storia è, soprattutto, un territorio complesso nella sua stratificazione di infrastrutture, insediamenti, residui industriali, inserito in un sistema ecologico precario e difficilmente riconvertibile. È la conclusione di un modello di sviluppo che lascia frammenti di utopie e il paradosso di una modernità inconclusa. Il volume fa parte dei Quaderni del Centro Studi Mediterraneo del Paesaggio.