Il volume presenta alcune recenti opere dell'architetto Manuel Herz, nello stesso tempo professionista colto, installato a Basilea nel cuore del benessere occidentale e intellettuale irrequieto in movimento perenne, che lascia l’Europa confortevole, e ultimamente rinchiusa su sé stessa per paura dell’Altro, per studiare i campi di rifugiati come nuove forme dell’urbanistica contemporanea, che documenta con pazienza e rigore analitico le condizioni di vita precarie degli insediamenti dei profughi del Sahara Occidentale. Nei suoi progetti e realizzazioni non è possibile discernere alcuna ripetizione di forme, di materiali o di disposizioni dello spazio che rappresentino una maniera costante, ma piuttosto ogni intervento può essere considerato come un esperimento autonomo. Le questioni associate a ogni situazione spingono Herz ad azzerare ogni volta il repertorio delle scelte possibili per rispondere invece con una proposta specifica che assomiglia solo in parte a quella che la precede o a quella che la seguirà. L'introduzione è di Fabrizio Gallanti.