I lavori dello studio norvegese Manthey Kula, formato da Beate Hølmebakk e Per Tamsen, sono stati in gran parte progetti con fini pratici e programmi semplici. Nonostante il loro ambito utilitaristico, sono edifici che hanno una specifica qualità scultorea dove l’idea formale si identifica in un concetto strutturale adeguato al suo sviluppo. La struttura si manifesta come matrice dello spazio ma anche come potenziale narrativo e poetico. Ne consegue la scelta di lavorare con strutture a vista trovando una forte espressività in dettagli scarni e forti. Il volume ripercorre, attraverso I numerosi progetti presentati, il processo progettuale dello studio, analizzandolo dal punto di vista della costruzione, della narrazione e rappresentazione e infine dell'insegnamento, luogo privilegiato della loro ricerca.