Ogni grande creatore ha la capacita di far affiorare determinati simboli, di svelarli a se stesso ed al mondo (che e poi la medesima cosa), di renderli determinanti per comprendere ed interpretare il prodotto della sua creazione. Portare alla luce questi simboli, risulta di cruciale importanza; svelarli, equivale a soppesarne il peso nel complesso delľopera, a renderla cosa tra le cose, parte di un tutto che la contiene. E a partire da tali presupposti che muove questo saggio il cui proposito e indagare il rapporto tra architettura e natura. Come in una seduta di analisi, alľedificio si chiede di raccontare ricordi ed esperienze. Sono le voci dei progettisti, i materiali anatomici che costituiscono il corpo documentale della costruzione (schizzi, piante, sezioni, prospetti, ecc.), gli stimoli percettivi delľautore, a far emergere il contenuto archetipico che si ricerca. Si tratta di un setaccio (una rete di pescatore) su cui si depositano le tracce del simbolo connesso al mondo naturale. Svelare gli archetipi della natura contenuti in modo volontario (o involontario) alľinterno delľopera architettonica permette di interpretarla nel suo complesso, di leggerla in modo esaustivo e consapevole.