Le case di Carlo Moccia sono case nuove, costruite per persone che vivono nel nostro tempo, tuttavia il loro essere nuove non impedisce di riconoscervi qualcosa di antico. Non certo nel linguaggio della costruzione, che è portato alla sua estrema essenzialità, ma nella disposizione al suolo, nel rapporto fra spazi liberi e spazi costruiti in cui si riconosce una vocazione antica ad abitare la terra, coltivata a giardino o a bosco su cui affacciano i luoghi protetti della casa. È in questo rapporto che si riconosce una modalità dell’abitare che è senza tempo, che manifesta un grado di necessità forte e chiaro.