“In un recente passato il nostro paese si è distinto per un eccesso di teoria a fronte di un’estrema debolezza tecnica. Oggi il problema appare opposto. L’ostentazione tecnologica si accompagna al vanto delle prestazioni dei singoli componenti. La condizione attuale e l’affanno che deriva dalla sensazione di dover rincorrere i modelli ritenuti migliori può farci dimenticare che l’interesse per la costruzione, per il fare architettura, non può prescindere dallo studio dei meccanismi culturali che la determinano. Contrariamente a quanti sostengono che l’architettura sia diventata un affare per grandi gruppi di progettazione e società d’ingegneria vorremmo mostrare che la “piccola dimensione” può avere un ruolo propositivo sia a livello teorico che all’interno del mercato delle costruzioni. In questo senso ogni occasione, anche la più insignificante, non può essere trascurata.” Il libro prende le mosse da questa lettura critica e si sviluppa come un progetto collettivo che raccoglie i lavori di un gruppo di architetti formatosi nel clima culturale milanese: Angelo Bianco / Mara Gotti, Massimo Curzi, Andrea Liverani / Enrico Molteni, Laura Pasquini / Federico Tranfa, Daniele Rossi, Giorgio Santagostino / Monica Margarido