Nello sterminato mondo dei manufatti che ci circondano, affiorano architetture e oggetti sapienti, portatori di quella bellezza che, secondo i surrealisti, nasceva dall'incontro fortuito su un tavolo operatorio tra un ombrello e una macchina da scrivere.
Nella sua 'lezione', Paolo Belardi passa in rassegna il riuso e la ricombinazione degli elementi: a chi pensa che siano solo pratiche di bricoleur (o del buon selvaggio) vorremmo far notare che anche il poeta ricombina le parole trovando nuovi significati. Le rovine (quelle del passato ma anche quelle del presente) possono ritrovare un senso, sfuggendo al malinconico destino dei rifiuti e degli scarti.
Il design anonimo, quello non intenzionale e quello popolare vengono esaminati dall'autore per il loro valore: un valore intrinseco, ma soprattutto un valore didattico.
(prefazione di Adolfo Natalini)