Un libro su Jo Coenen è una ricerca sulla necessaria ed inequivocabile valenza condivisa del fare architettura. Un libro su un architetto che costruisce ogni volta per un luogo e un ruolo definito, in un indistricabile rapporto fra il proprio essere e il proprio fare, che vuole avere chiara la propria posizione all’interno della società. Un architetto politico, come lo sono stati Schinkel, Berlage, Van Eyck, o gli Smithsons prima di lui. Che si interroga non solo sugli strumenti del lavoro, ma anche sui referenti del proprio lavoro, e sulle sue sorgenti formali e simboliche collettive.