Un giorno bisognerà spiegare come l’architettura, nella seconda metà del XX secolo, ha progressivamente riconsiderato i suoi presupposti fondamentali, vale a dire il muro e il suolo, per trovare la sua massima espressività nella virtualità degli spazi digitali. Nello stesso tempo le nozioni di territorio e geografia hanno assunto una notevole importanza all’interno della disciplina che successivamente si è appropriata di ambiti tanto diversi dai suoi, come quella della semiotica o della filosofia post-strutturalista. Questo è il contesto in cui ha preso l’avvio e si è sviluppato uno studio di architettura come quello di Dominique Jakob e Brendan MacFarlane.